“La mafia ha paura perché nelle nostre comunità si creano delle linee di demarcazione, quasi invisibili, tra questa e la società civile.
È accaduto a Bitonto con l’omicidio di Anna Rosa Tarantino, è successo a Bari con l’uccisione di Michele Fazio.
Quei momenti cambiano la percezione dei cittadini, che si schierano in favore della legalità”. Lo ha detto il sindaco di Bari e presidente dell’Anci, Antonio Decaro, a margine della presentazione del docufilm ‘La mafia ha paura – Storia di un sud che può vincere’ di Marco Agostinacchio, presentato in anteprima nazionale a Bari nella sala cinematografica dell’Apulia Film Commission. L’84enne Anna Rosa Tarantino fu uccisa per errore il 30 dicembre 2017 durante un conflitto a fuoco tra clan rivali nei vicoli di Bitonto; stessa sorte toccò al 15enne Michele Fazio a Bari vecchia il 12 luglio 2001.
“È importante raccontare la storia a chi non l’ha vissuta anche attraverso i docufilm – ha continuato Decaro – perché serve a fare in modo che non accada mai più, per creare una comunità coesa, che si tiene per mano e che non ha più paura della criminalità organizzata. A quel punto diventa la mafia ad avere paura della comunità che sta insieme”. “Quando ero ragazzo io – ha detto ancora Decaro – ricordo che i criminali erano rispettati, erano in tanti a rivolgersi alla mafia per ottenere favori. Le cose sono radicalmente cambiate nel 2001, dopo l’omicidio di Michele Fazio a Bari vecchia. In quel momento hanno reagito tutti, dalle forze dell’ordine ai cittadini. Si è avvertito un moto di repulsione dall’interno che ha cambiato il rapporto tra criminalità e società civile. Non posso dire che a Bari abbiamo sconfitto la mafia – ha concluso – ma è diventata una città che reagisce e che non abbassa più la testa”.
ansa
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